Calcio Femminile Jolly Catania
C.F. Jolly Catania Calcio | |
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Segni distintivi | |
Uniformi di gara Casa Trasferta | |
Colori sociali | Azzurro, rosso |
Dati societari | |
Città | Catania |
Nazione | Italia |
Confederazione | - |
Federazione | FIGCF |
Fondazione | 1972 |
Scioglimento | 1979 |
Stadio | Cibali (23 266 posti) |
Palmarès | |
Scudetti | 1 |
Si invita a seguire il modello di voce |
Calcio Femminile Jolly Catania fu un club calcistico italiano di Catania attivo tra il 1975 e il 1979 e campione d'Italia FIGCF nel 1978.
Fondata da Angelo Cutispoti, che ha rilevato la Polisportiva Libertas Nesima Inferiore da Giovanni Cristaudo[1], la squadra legò il proprio nome a due allenatori, il bresciano Giovanni Prevosti (ex ala del Catania maschile)[2], affiancato poi da Rosario Coci.
Inizialmente, non aveva un campo fisso di casa, giocando su vari campi della provincia; la maglia era biancazzurra[3]. Nei due anni disputati in Serie A, ha disputato gli incontri interni al Cibali e aveva una tenuta di gioco a strisce azzurre e rosse[4].
Storia
La società nacque nel quartiere di Nesima Inferiore nel 1972 con denominazione Polisportiva Libertas Nesima Inferiore iscrivendosi al campionato siciliano di Serie B[5]. Fu fondata da Cristaudo, già dirigente della prima società catanese, l'Ares[6].
Dopo tre buoni tornei di Serie B, la società cambia denominazione all'inizio della stagione 1975 in Calcio Femminile Jolly Componibili Cutispoti Catania[7]. Grazie a una riforma del torneo, la squadra viene ammessa al girone di qualificazione del campionato Interregionale[8].
Subito rinforzate, le ragazze di Prevosti vinsero il torneo, fermandosi solo alla semifinale per la Serie A contro la Sampierdarenese[9]. Dopo un anno interlocutorio, la squadra vince anche il campionato Interregionale 1977 e il titolo di campionessa d'Italia Interregionale contro il Piacenza[10]. L'avvenimento più straordinario arrivò al quarto anno di attività: da matricola di Serie A, ottenne il primo posto e quindi lo scudetto. Su 22 incontri disputati, le rossazzurre vinsero 20 partite e ne pareggiarono appena 2. La Lazio Lubiam, seconda in classifica, era stata staccata di ben 7 punti[11].
Questa era la formazione titolare della squadra che vinse lo storico scudetto: Virgilio (Loritto); Caruso, Summa; Belviso (Greco), Pedrali, Musumeci; Carrubba, Lonero, Zuccaro, Mammina, Reilly[11]. L'ala sinistra Rose Reilly, scozzese, era il capitano e fu anche miglior marcatrice del campionato 1978 con 32 reti in 22 partite[12].
Il secondo campionato di A fu meno appassionante: la squadra, meno brillante, ottenne "solo" un terzo posto[13]. Cambiata denominazione in C.F. Jolly Catania, alla fine del campionato 1979 la dirigenza dovette sospendere definitivamente l'attività sportiva cedendo il titolo sportivo all'Alaska Lecce[14], che in seguito avrebbe vinto tre scudetti consecutivi.
Palmarès
Competizioni nazionali
- Campionato italiano: 1
- 1978
Altri piazzamenti
- Campionato italiano:
- Terzo posto: 1979
Note
- ^ Capizzi-Quartarone, pag. 118.
- ^ Capizzi-Quartarone, pag. 105.
- ^ Capizzi-Quartarone, pag. 123.
- ^ Capizzi-Quartarone, pag. 156.
- ^ Coppola, pag.15, "Società di Serie B" - Pol. Libertas Nesima Inferiore - Viale Mario Rapisardi 684 - Catania..
- ^ Capizzi-Quartarone, pag. 102.
- ^ F.F.I.G.C., comunicato ufficiale n. 1 del 6 gennaio 1975.
- ^ Capizzi-Quartarone, pag. 120.
- ^ Capizzi-Quartarone, pag. 127.
- ^ Capizzi-Quartarone, pag. 150.
- ^ a b Capizzi-Quartarone, pag. 186.
- ^ Capizzi-Quartarone, pag. 250.
- ^ Capizzi-Quartarone, pag. 216.
- ^ Capizzi-Quartarone, pag. 209.
Bibliografia
- Sergio Nunzio Capizzi e Roberto Quartarone, Il cielo è rosa sopra il Cibali, Catania, Quelli del '46, 2020, ISBN 9798638618735.
- Lino Coppola, Rassegna del calcio femminile, Salerno, Arti Grafiche Boccia S.r.l., 1972.
Collegamenti esterni
- (EN) - Le classifiche della Serie A femminile
- Intervista a Gianni Prevosti, su criluge.it. URL consultato il 28 febbraio 2011 (archiviato dall'url originale il 5 marzo 2016).
- Intervista a Gianfranco Forza, su criluge.it. URL consultato il 28 febbraio 2011 (archiviato dall'url originale il 5 marzo 2016).
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