Effetto Barnett

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L'effetto Barnett consiste nella magnetizzazione di un corpo ferromagnetico che ruota uniformemente intorno a un asse.

Fu scoperto nel 1909 da Samuel Jackson Barnett.[1][2] Il suo opposto è l'effetto Einstein-de Haas in base al quale un corpo ferromagnetico sospeso, se magnetizzato, inizia a ruotare.

L'effetto Barnett può essere schematizzato nella seguente maniera; un oggetto scarico che ruota con una velocità angolare ω tende a magnetizzarsi spontaneamente, con una magnetizzazione:

M = χ ω γ {\displaystyle M={\frac {\chi \omega }{\gamma }}}

dove χ {\displaystyle \chi } è la suscettibilità e γ {\displaystyle \gamma } è il rapporto giromagnetico del materiale.

La magnetizzazione spontanea equivale a quella che sarebbe prodotta in un campione sottoposto a un campo magnetico H B e = ω / γ = 2 m e c ω / e {\displaystyle H_{Be}=\omega /\gamma =2m_{e}c\omega /e} chiamato campo equivalente di Barnett.[3]

Note

  1. ^ (EN) Charles P. Poole, Jr., Barnett Effect, in Encyclopedic Dictionary of Condensed Matter Physics, Volume 1, Academic Press, 2004, pp. 106, ISBN 978-0-08-054523-3. URL consultato il 2 novembre 2013.
  2. ^ (EN) Victor E. Borisenko, Stefano Ossicini, Barnett Effect, in What is What in the Nanoworld: A Handbook on Nanoscience and Nanotechnology, 3a, John Wiley & Sons, 2013, ISBN 978-3-527-64838-2. URL consultato il 2 novembre 2013.
  3. ^ (EN) A. W. Blain, F. Combes e Bruce T. Draine, The cold universe, collana Saas-Fee advanced course 32, lecture notes 2002, Swiss Society for Astrophysics and Astronomy, Springer, 2004, pp. 276-277, ISBN 978-3-540-40838-3.
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