Helmut Hirsch

Helmut Hirsch, detto Helle[1][2] (Stoccarda, 27 gennaio 1916 – Berlino, 4 giugno 1937), è stato un artista e attivista tedesco ebreo, giustiziato per preso parte in un attentato dinamitardo. Sebbene non si conosca un resoconto completo e accurato del complotto, si ritiene che i suoi obiettivi fossero la sede del partito nazista a Norimberga e/o lo stabilimento in cui veniva stampato il settimanale di propaganda antisemita Der Stürmer.[7]

Biografia

Era il maggiore dei due figli di Marta Neuburger Hirsch e Siegfried Hirsch. Nel 1935,[1] dopo che le leggi di Norimberga esclusero gli ebrei dalle università tedesche, si trasferì a Praga,[8][9] dove si iscrisse come studente di architettura alla Deutsche Technische Hochschule.[10]

Il Fronte Nero

Poco dopo il suo arrivo a Praga, entrò a far parte del Fronte Nero,[11] un gruppo nazionalista di espatriati tedeschi anti-hitleriani che sostenevano lo Strasserismo. Fu incoraggiato a presentarsi al suo capo, Otto Strasser,[1][8] dal suo mentore Tusk (Eberhard Köbel). Tusk era stato un leader della Deutsche Jungenschaft, un ramo del movimento giovanile tedesco (Bündische Jugend) di cui Hirsch fece parte. La stessa Jungenschaft fu messa fuori legge nel 1935 e Tusk sfuggì all'arresto fuggendo a Londra.[12]

La sua famiglia lo raggiunse a Praga nel 1936, dopo che sua sorella Kaete si era diplomata al ginnasio e, come lui, gli era stato vietato di frequentare l'università tedesca. Ormai era profondamente coinvolto nelle attività clandestine del Fronte Nero, tenute segrete anche alla sua famiglia.[10] Il 20 dicembre 1936, dopo aver detto alla famiglia che sarebbe andato a sciare con gli amici, tornò in Germania con un permesso di viaggio ottenuto con la falsa premessa di andare a trovare la madre malata. Nella sua ingenuità, non si rese conto che le autorità tedesche sapevano che la sua famiglia si era trasferita a Praga. È probabile che gli agenti tedeschi a Praga lo tenessero d'occhio da alcuni mesi, ma che non fossero in grado di arrestarlo mentre rimaneva in territorio ceco.[10]

Il responsabile di Hirsch era il braccio destro di Strasser, Heinrich Grunov, nome di battaglia Beer. Secondo il piano, Hirsch doveva lasciare due valigie contenenti esplosivo in uno o due siti di Norimberga.[2] Gli obiettivi suggeriti erano la sede del Partito nazista e l'ufficio o la tipografia di Der Stürmer.[9] Grunov incaricò Hirsch di acquistare un biglietto di andata e ritorno da Praga per Stoccarda e di viaggiare fino a Norimberga per incontrare un contatto che gli avrebbe consegnato i biglietti per il ritiro delle due valigie introdotte di nascosto in Germania. Hirsch proseguì per Stoccarda, dove aveva organizzato un incontro con un suo vecchio amico.[13] Secondo le lettere che scrisse alla famiglia dal carcere, stava vacillando nel suo impegno per il complotto e sperava che il suo amico lo avrebbe convinto a desistere dall'attentato.[14]

Arresto

Hirsch arrivò a Stoccarda nella tarda serata del 20 dicembre. Quando il suo amico non lo raggiunse come previsto, si recò all'Hotel Pelikan, di fronte alla stazione ferroviaria. Nelle prime ore del mattino del giorno dopo, fu arrestato dalla Gestapo nella sua stanza d'albergo.[8]

Hirsch fu interrogato prima a Stoccarda e poi trasferito nella prigione di Plötzensee a Berlino. Fu accusato di cospirazione per alto tradimento e fu incriminato per possesso di esplosivi con intento criminale, nonostante il fatto che non avesse esplosivi al momento dell'arresto.[15] Hirsch fu tenuto in isolamento per nove settimane in attesa del processo e gli fu permesso di comunicare con la famiglia e i parenti che vivevano ancora in Germania. Una lettera che scrisse a suo zio, a Stoccarda, fu trattenuta dalla censura.[16]

Processo

Pietra d'inciampo posata in memoria di Helmut Hirsch.[1][17]

Le testimonianze al processo hanno chiarito che c'era almeno un agente doppiogiochista nel Fronte Nero. Un testimone dell'accusa descrisse il complotto con dettagli che nessuno avrebbe potuto conoscere, se non un membro fidato del gruppo.[2] Hirsch non negò il coinvolgimento nel complotto, il suo avvocato d'ufficio sostenne che avrebbe dovuto essere assolto poiché l'attentato non fu portato a termine. Hirsch ammise anche che, se ne avesse avuto la possibilità, avrebbe tentato di assassinare Adolf Hitler.[15] In realtà, Hitler non fu un obiettivo del complotto, ma la risposta di Hirsch diede adito alle voci pubblicate dalla stampa internazionale secondo cui l'assassinio di Hitler era il vero obiettivo di Hirsch.[18]

Fu riconosciuto colpevole dell'accusa e condannato a morte l'8 marzo 1937,[19] il suo amico fu assolto. Sebbene gli atti del processo rimasero segreti, il verdetto fu reso pubblico. Solo dopo aver appreso dalla radio, il 20 marzo, che "l'ebreo apolide Helmut Hirsch" era stato condannato a morte, la sua famiglia venne a sapere cosa ne era stato di lui dopo che aveva lasciato casa tre mesi prima.[10][20]

Appelli internazionali alla clemenza

La famiglia e gli amici di Hirsch avviarono una campagna per la sua liberazione, o almeno per la commutazione della sua condanna all'ergastolo. La Croce Rossa Internazionale, i Quaccheri e anche un'associazione internazionale di avvocati inviarono degli appelli in suo favore, un'organizzazione per i diritti umani convinse il governo norvegese a offrirgli asilo nel caso che i tedeschi lo avessero rilasciato, fu presentato un appello alla Società delle Nazioni e il caso fu portato anche davanti alla Camera dei Comuni di Londra.[10] Tra le altre strade possibili c'era l'intervento degli Stati Uniti. Il padre di Hirsch, Siegfried, aveva vissuto negli Stati Uniti per circa dieci anni prima del suo matrimonio nel 1914, era stato naturalizzato cittadino statunitense prima di tornare in Germania. Durante la prima guerra mondiale, Siegfried visse con la moglie e i due figli in Alsazia. Alla fine della guerra l'Alsazia tornò alla Francia e Siegfried si trasferì a Stoccarda con la famiglia. Per un motivo burocratico non chiaro, la cittadinanza statunitense di Siegfried Hirsch fu annullata, rendendo così l'intera famiglia di fatto "apolide".[21] Anche se Helmut nacque in Germania e visse a Stoccarda per la maggior parte della sua vita, non ha mai avuto la cittadinanza tedesca.

Il cugino di Hirsch, George Neuburger, trasferitosi a New York, si avvalse dell'aiuto dell'avvocato statunitense Irving S. Ottenberg, sposato con una cugina di primo grado del padre di Hirsch. Ottenberg presentò una petizione per il ripristino della cittadinanza di Siegfried. L'appello fu inizialmente respinto, ma un mese dopo la decisione fu annullata.[22] Il 22 aprile 1937, in virtù della nuova cittadinanza acquisita dal padre, anche Helmut fu dichiarato cittadino statunitense, sebbene non avesse mai messo piede sul suolo americano.

Diplomazia americana

La cittadinanza statunitense di Hirsch cambiò immediatamente la situazione. William E. Dodd, ambasciatore a Berlino, fu incaricato dal Segretario di Stato Cordell Hull di intervenire in favore di Hirsch.[2][23] Dodd raccontò i suoi sforzi nel suo diario,[24] gli incontri con Konstantin von Neurath, il Ministro degli Esteri tedesco, e Otto Meissner, un importante politico vicino a Hitler.[25]

Anche con la forza della diplomazia statunitense, Hitler rifiutò la richiesta di risparmiare la vita di Hirsch.[9] La sua esecuzione per decapitazione fu eseguita alle 6:00 del mattino del 4 giugno 1937.[8] Sua sorella, Katie Sugarman (Kaete Hirsch), morì nel 2016 negli Stati Uniti, fu risparmiata dal regime nazista grazie all'ingresso immediato della sua famiglia nella causa del fratello.[26]

Note

  1. ^ a b c d (DE) Helmut “Helle” Hirsch, Seestr. 89, su stolpersteine-stuttgart.de.
  2. ^ a b c d (EN) Death, su www.brandeis.edu. URL consultato il 15 settembre 2024.
  3. ^ GERMANS EXECUTE HIRSCH, U. S. CITIZEN; Youth of 21 Guillotined Despite Repeated American Appeals to Hitler for Clemency, in New York Times, 5 giugno 1937, p. 1.
  4. ^ William L. Shirer, Berlin Diary: The Journal of a Foreign Correspondent 1934–1941, New York, Knopf, 1941, pp. 74-76.
  5. ^ Special Collections: Archival and Manuscript Collections, A-J | LTS | Brandeis University, su lts.brandeis.edu (archiviato dall'url originale il 3 settembre 2006).
  6. ^ "Ich wollte den Krieg verhindern", su stern.de.
  7. ^ Il giorno seguente all'esecuzione, il New York Times pubblicò la storia in prima pagina. L'articolo di 2000 parole, datato 4 giugno, fornisce un riassunto dettagliato del caso.[3] Inoltre, William Shirer fornì un resoconto in Berlin Diary: The Journal of a Foreign Correspondent 1934–1941.[4] Molti dei dettagli riportati dal Times e da Shirer sono in contrasto con altre fonti, tra cui il dossier "Case of Helmut Hirsch." (nota 6) e i ricordi della sorella di Hirsch (nota 2), nonché i documenti scritti da Hirsch o ad esso correlati conservati presso il Robert D. Farber University Archives and Special Collections Department at Brandeis University.[5] Nessuno di coloro che raccontarono la storia ebbe accesso a queste fonti all'epoca. Tuttavia, la versione contemporanea degli eventi è stata per molti anni l'unica disponibile in lingua inglese. Nel 2004, il settimanale tedesco Stern pubblicò una storia di copertina sul complotto di von Stauffenberg e su altri attentati alla vita di Hitler: "December 1936: The Jewish student Helmut Hirsch plans to blow up the Nürnberg Party headquarters. He was executed on June 4, 1937." "20. Juli 1944: Das Attentat auf Hitler: Operation Walküre. " Stern. July 1, 2004, pages 47–68.[6]
  8. ^ a b c d Person - Gedenkstätte Plötzensee, su www.gedenkstaette-ploetzensee.de. URL consultato il 15 settembre 2024.
  9. ^ a b c (EN) December 21: Helmut Hirsch and the Black Front, su Jewish Currents. URL consultato il 15 settembre 2024.
  10. ^ a b c d e I dettagli sulla famiglia Hirsch, sulla vita di Helmut prima dell'arresto e sui successivi sforzi per salvargli la vita sono stati ottenuti dalla sorella Kaete (Katie Sugarman) attraverso una serie di interviste e un resoconto scritto da lei nel 1962. I documenti, tra cui il diario di Hirsch e le lettere scritte prima dell'arresto e, dalla prigione, dopo la condanna a morte, sono conservati presso il Robert D. Farber University Archives and Special Collections Department della Brandeis University. La maggior parte degli scritti è in tedesco, solo alcuni sono stati tradotti in inglese. Archival and Manuscript Collections, A-J, su lts.brandeis.edu (archiviato dall'url originale il 4 settembre 2008).
  11. ^ (EN) Headsman, 1937: Helmut Hirsch, secret bomber | Executed Today, su executedtoday.com, 4 giugno 2013. URL consultato il 15 settembre 2024.
  12. ^ Corrispondenza tra Helmut Hirsch (a Praga) e Tusk (Eberhard Köbel; a Londra), luglio 1935. Helmut Hirsch Collection, Robert D. Farber University Archives and Special Collections Department, Brandeis University, Waltham, Mass.
  13. ^ Lettera di Helmut Hirsch, 10 dicembre 1936. Helmut Hirsch Collection, Robert D. Farber University Archives and Special Collections Department, Brandeis University, Waltham, Mass.
  14. ^ Hirsch scrisse cinque lettere alla famiglia dalla prigione di Plötzensee, in data 20 marzo, 10 aprile, 3 maggio, 22 maggio e 3 giugno 1937. Helmut Hirsch Collection, Robert D. Farber University Archives and Special Collections Department, Brandeis University, Waltham, Mass.
  15. ^ a b L'atto d'accusa e i dettagli del procedimento della Corte popolare sono contenuti in un dossier intitolato Referat Deutschland: Case of Helmut Hirsch. Dated: March 18, 1937 to July 16, 1937. Nel dopoguerra, il dossier fu ritrovato nelle settore britannico di Berlino dal Document Field Team of the British Foreign Office. Contiene il fascicolo Geheime Reichssache (Secret Affair of the Reich) e include l'atto d'accusa (Anklageschrift) e il verdetto (Urteil) reso in nome del popolo tedesco (Im Namen des Deutschen Volkes) insieme alla narrazione del processo e delle precedenti indagini. Questi documenti sono stati ritrovati da un ricercatore nella Wiener Library di Londra; una copia è disponibile nella Helmut Hirsch Collection, Robert D. Farber University Archives and Special Collections Department, Brandeis University, Waltham, Mass.
  16. ^ Helmut Hirsch a Eugen Neuburger, 9 marzo 1937. Helmut Hirsch Collection, Robert D. Farber University Archives and Special Collections Department, Brandeis University, Waltham, Mass. (copia); L'originale si pensa sia stato ritrovato nel settore russo di Berlino ed è attualmente conservato in un archivio di Mosca.
  17. ^ (EN) Stumbling Stone Seestraße 89 - Stuttgart - TracesOfWar.com, su www.tracesofwar.com. URL consultato il 15 settembre 2024.
  18. ^ Alcuni titoli e anticipazioni della stampa newyorkese riportano l'ipotesi che l'assassinio di Hitler fosse l'obiettivo di Hirsch. Articoli simili sono apparsi sul Prager Tageblatt (quotidiano in lingua tedesca pubblicato a Praga), sul Pariser Tageszeitung (quotidiano in lingua tedesca pubblicato a Parigi) e sui giornali cechi Ranne noviny e Vecerni Ceske slovo. Tutti si basavano su voci e congetture ed erano pieni di errori, secondo la sorella di Hirsch, intervistata dalla stampa dopo il verdetto (nota 2).
    • "U.S. Asks Reich to Spare Citizen from Headsman"; New York Evening Journal, April 24, 1937: "Young Hirsch was sentenced to decapitation by the headsman's axe for, it was broadly hinted in legal circles, plotting against Reichsfuehrer Hitler."
    • "Plot to Murder Hitler Hinted as U.S. Strives to Save Berlin Suspect." New York World-Telegram, April 25, 1937.
    • "Reich Guillotine Chops Off Head of U.S. Citizen." Daily News, June 5, 1937: "Previously there had been reports that Hirsch was alleged to have drafted a plan to kill Hitler. "
    • "U.S. Citizen Guillotined." Daily Mirror, June 5, 1937; byline: William Shirer; dateline Berlin, June 4: "Helmuth Hirsch, young American citizen who never saw America, was beheaded here today for 'possessing explosives' allegedly in an attempt to assassinate Chancellor Hitler."
    • "Reich Charges Bombing Plot Against Hitler." Associated Press, Berlin, June 4, 1937: "Helmuth Hirsch, twenty-one year-old Jewish citizen of the United States who has never been in America, was executed by a mechanical guillotine at dawn today for an alleged treasonable plot under the explosives law— presumably a plan to kill Adolf Hitler."
  19. ^ GERMANY DOOMS MAN ON TREASON CHARGES; Helmut Hirsch, 'Stateless Jew,' Believed Convicted of Red Sabotage Activities, su nytimes.com.
  20. ^ Il giorno seguente, 21 marzo 1937, il Prager Tageblatt pubblicò: "It was officially announced that the stateless Jew Helmut Hirsch was condemned to death by the verdict of the Second Senate of the People's Court on March 8 because of conspiracy to commit high treason and violation of the explosives law."
  21. ^ Dichiarazione di Siegfried Hirsch. In questa dichiarazione di tre pagine (scritta in tedesco e tradotta in inglese da Katie Sugarman (Kaete Hirsch)), Siegfried racconta come ha ottenuto e perso la cittadinanza americana. Sebbene non sia datata, le prove interne suggeriscono che sia stata scritta qualche tempo dopo la morte del figlio, ma prima della partenza della famiglia (Siegfried, Marta e Kaete) per New York nell'aprile del 1938. In assenza di documenti governativi statunitensi, questa è l'unica testimonianza scritta della complessa sequenza di eventi. (Collezione Helmut Hirsch, Robert D. Farber University Archives and Special Collections Department, Brandeis University, Waltham, Mass.)
  22. ^ "U. S. Citizenship Denied" New York Times, March 26, 1937, page 7. Questo articolo contiene un resoconto più breve della situazione della cittadinanza di Siegfried Hirsch, che differisce in alcuni dettagli dalla sua stessa dichiarazione (nota 10).
  23. ^ New York Times April 27, 1937: "U.S. Embassy Asks Mercy for Hirsch."
  24. ^ Ambassador Dodd's Diary, 1933–1938, William E. Dodd, Jr., and Martha Dodd, eds. New York: 1941, Harcourt Brace; pp. 402, 403–404, 410–411, 412, 413, 414.
  25. ^ Representations in behalf of Helmut Hirsch, an American citizen sentenced to death in Germany, su history.state.gov.
  26. ^ The New York Times Catherine M Sugarman (1917–2016) Obituary Catherine M. Sugarman, su legacy.com (archiviato dall'url originale il 29 agosto 2018).

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Collegamenti esterni

  • Helmut Hirsch Exhibit, su Brandeis University, Robert D. Farber University Archives and Special Collections.
  • Helmut Hirsch Collection, su digitalcommonwealth.org.
  • Helmut Hirsch collection, su findingaids.brandeis.edu. conservato in Robert D. Farber University Archives and Special Collections, su brandeis.edu. dalla Brandeis University
  • Hedwig and Emil Hirsch (No. XXXII), 1937-1941, su archives.cjh.org.
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