Lemma di Nakayama

Il lemma di Nakayama è un teorema di grande importanza nello studio degli anelli commutativi unitari, in particolare degli anelli locali; esso dà informazioni sul rapporto tra il radicale di Jacobson di un anello e i suoi moduli finitamente generati.

Prende il nome dal matematico giapponese Tadashi Nakayama.

Enunciato

Il lemma di Nakayama afferma che, se I {\displaystyle I} è un ideale contenuto nel radicale di Jacobson di un anello A {\displaystyle A} e M {\displaystyle M} è un A {\displaystyle A} -modulo finitamente generato tale che I M = M {\displaystyle IM=M} , allora M {\displaystyle M} è il modulo nullo.

Da questo seguono due importanti conseguenze ( I {\displaystyle I} è sempre un ideale contenuto nel radicale di Jacobson di A {\displaystyle A} e M {\displaystyle M} un modulo finitamente generato):

  • se N {\displaystyle N} è un sottomodulo di M {\displaystyle M} tale che N + I M = M {\displaystyle N+IM=M} , allora N = M {\displaystyle N=M} ;
  • se m 1 , , m n {\displaystyle m_{1},\dots ,m_{n}} sono elementi di M {\displaystyle M} le cui immagini generano M / I M {\displaystyle M/IM} , allora m 1 , , m n {\displaystyle m_{1},\dots ,m_{n}} generano M {\displaystyle M} .

Il primo di questi due risultati si ottiene applicando il lemma di Nakayama a M / N {\displaystyle M/N} , mentre il secondo si ottiene applicando il precedente ad M {\displaystyle M} e al sottomodulo N {\displaystyle N} generato dagli m i {\displaystyle m_{i}} .

Un enunciato più generale, a volte chiamato lemma di Nakayama, afferma che, se I {\displaystyle I} è un (qualsiasi) ideale di A {\displaystyle A} e M {\displaystyle M} un A {\displaystyle A} -modulo finitamente generato tale che I M = M {\displaystyle IM=M} , allora esiste un r {\displaystyle r} tale che r 1 I {\displaystyle r-1\in I} e r M = 0 {\displaystyle rM=0} .

Dimostrazione

La dimostrazione del lemma di Nakayama è spesso effettuata a partire dal teorema di Cayley-Hamilton, che afferma che, se ϕ : M M {\displaystyle \phi \colon M\longrightarrow M} è un endomorfismo tale che ϕ ( M ) I M {\displaystyle \phi (M)\subseteq IM} , allora esistono degli elementi m j I {\displaystyle m_{j}\in I} tali che l'endomorfismo

ϕ n + m n 1 ϕ n 1 + + m 1 ϕ + m 0 {\displaystyle \phi ^{n}+m_{n-1}\phi ^{n-1}+\cdots +m_{1}\phi +m_{0}}

è nullo (dove ϕ k {\displaystyle \phi ^{k}} indica la composizione di ϕ {\displaystyle \phi } con sé stesso k {\displaystyle k} volte).

Se ora I M = M {\displaystyle IM=M} , si può prendere come ϕ {\displaystyle \phi } l'identità su M {\displaystyle M} : questo implica che l'elemento 1 + m n 1 + + m 1 + m 0 {\displaystyle 1+m_{n-1}+\cdots +m_{1}+m_{0}} è l'elemento r {\displaystyle r} cercato, perché la moltiplicazione per r {\displaystyle r} diventa l'endomorfismo nullo, ovvero r M = 0 {\displaystyle rM=0} .

Se ora I {\displaystyle I} è contenuto nel radicale di Jacobson ed i I {\displaystyle i\in I} , allora 1 + i {\displaystyle 1+i} è un elemento invertibile dell'anello; in particolare, l'elemento r {\displaystyle r} appena trovato sarà invertibile, e dunque anche M {\displaystyle M} dovrà essere il modulo nullo.

Anelli locali

Il lemma è particolarmente utile quando l'anello A {\displaystyle A} è locale, in quanto in questo caso il radicale di Jacobson coincide col suo ideale massimale m {\displaystyle {\mathfrak {m}}} .

Se l'anello è anche noetheriano, m {\displaystyle {\mathfrak {m}}} stesso può essere visto come un A {\displaystyle A} -modulo finitamente generato: se A {\displaystyle A} non è un campo (ovvero m 0 {\displaystyle {\mathfrak {m}}\neq 0} ) il lemma di Nakayama implica che m 2 m {\displaystyle {\mathfrak {m}}^{2}\neq {\mathfrak {m}}} , e che la sua dimensione (come spazio vettoriale sul campo residuo k = A / m {\displaystyle k=A/{\mathfrak {m}}} ) è uguale al numero minimo di elementi necessari per generare m {\displaystyle {\mathfrak {m}}} . Grazie al teorema dell'ideale principale, questa dimensione è sempre maggiore o uguale della dimensione di Krull di A {\displaystyle A} ; quando si ha l'uguaglianza, l'anello è detto regolare.

Un'ulteriore conseguenza della lemma di Nakayama è che, su anelli locali, tutti i moduli proiettivi sono liberi.[1]

Note

  1. ^ (EN) Charles A. Weibel, An introduction to homological algebra, Cambridge University Press, p. 103, ISBN 0-521-43500-5.

Bibliografia

  • (EN) Michael Atiyah e Ian G. Macdonald, Introduction to Commutative Algebra, Westview Press, 1969, ISBN 0-201-40751-5.
  • Irving Kaplansky, Commutative rings, The University of Chicago Press, 1974, ISBN 0-226-42454-5.
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