Geometria differenziale delle curve

In matematica, la geometria differenziale delle curve usa l'analisi matematica per studiare le curve nel piano, nello spazio e più generalmente in uno spazio euclideo.

Definizioni

Definizioni di base

Lo stesso argomento in dettaglio: Curva (matematica).

Una curva è una funzione continua f : I R m {\displaystyle f\colon I\to \mathbb {R} ^{m}} , dove I R {\displaystyle I\subset \mathbb {R} } è un intervallo dei numeri reali. Se I = [ a , b ] {\displaystyle I=[a,b]} , con a < b {\displaystyle a<b} , f ( a ) {\displaystyle f(a)} si dice punto iniziale e f ( b ) {\displaystyle f(b)} punto finale, mentre la variabile in questo intervallo in genere si denota con la lettera t {\displaystyle t} e per la funzione si usa la notazione f ( t ) {\displaystyle f(t)} . Per sostegno di f {\displaystyle f} si intende l'immagine di tale funzione Im f {\displaystyle \operatorname {Im} f} .

Si supponga che f {\displaystyle f} sia una funzione differenziabile sufficientemente regolare, ovvero una funzione che abbia derivate continue di un ordine sufficientemente alto; inoltre si chiede che la sua derivata prima f ( t ) {\displaystyle f'(t)} sia un vettore mai nullo su tutto l'intervallo I {\displaystyle I} .

Lunghezza e parametrizzazione

Lo stesso argomento in dettaglio: Curva nello spazio.

Una riparametrizzazione di f {\displaystyle f} è un'altra curva g {\displaystyle g} tale che:

g = f p {\displaystyle g=f\circ p}

dove p : J I {\displaystyle p\colon J\to I} è una biiezione differenziabile con derivata sempre positiva (e quindi crescente) e J {\displaystyle J} è un intervallo dei reali che potrebbe coincidere con I {\displaystyle I} . In questo caso le curve f {\displaystyle f} e g {\displaystyle g} , benché descritte con parametrizzazioni diverse, sono intese come equivalenti.

La lunghezza di una curva f {\displaystyle f} definita su un intervallo chiuso I = [ a , b ] {\displaystyle I=[a,b]} è fornita da:

L ( f ) = a b | f ( t ) | d t {\displaystyle L(f)=\int _{a}^{b}\vert f'(t)\vert dt}

La lunghezza di una curva non cambia se essa viene riparametrizzata. Inoltre è possibile definire l'ascissa curvilinea come:

L ( t ) = a t | f ( t ) | d t {\displaystyle L(t)=\int _{a}^{t}\vert f'(t)\vert dt}

Esempio

Si consideri che l'intervallo di definizione della curva sia della forma [ 0 , T ] {\displaystyle [0,T]} e che un corpo puntiforme P {\displaystyle P} percorra la curva mentre la variabile tempo t {\displaystyle t} varia nell'intervallo temporale da 0 a T {\displaystyle T} ; si ha quindi un modello cinematico della curva. La lunghezza della curva percorsa dal corpuscolo dall'istante 0 all'istante t {\displaystyle t} è:

s ( t ) = 0 t | f ( u ) | d u {\displaystyle s(t)=\int _{0}^{t}\vert f'(u)\vert du}

La funzione sempre crescente s ( t ) {\displaystyle s(t)} stabilisce una biiezione tra gli intervalli [ 0 , T ] {\displaystyle [0,T]} e [ 0 , L ] {\displaystyle [0,L]} e porta a una riparametrizzazione della curva. Scrivendo:

f ( t )   =   f 0 ( s ( t ) ) {\displaystyle f(t)~=~f_{0}(s(t))}

si ottiene la cosiddetta parametrizzazione secondo la lunghezza d'arco f 0 {\displaystyle f_{0}} della curva. Questa parametrizzazione, in termini cinematici, si legge come il moto di un corpo puntiforme che percorre la curva con velocità costante uguale a 1 {\displaystyle 1} :

| f 0 ( s ( t ) ) | = 1 ( t I ) {\displaystyle \vert f_{0}'(s(t))\vert =1\qquad (\forall t\in I)}

Questa parametrizzazione della curva è l'unica che presenta la velocità costantemente uguale a 1 {\displaystyle 1} . Benché sia spesso difficile da calcolare, essa è utile per dimostrare agevolmente alcuni teoremi.

Sistema di Frenet

Un sistema di Frenet è un sistema di riferimento mobile di n {\displaystyle n} vettori ortonormali e 1 ( t ) , , e n ( t ) {\displaystyle \mathbf {e} _{1}(t),\ldots ,\mathbf {e} _{n}(t)\,\!} dipendenti da t {\displaystyle t} , utili per descrivere il comportamento locale della curva in f ( t ) {\displaystyle f(t)} .

Si supponga che le derivate f ( t ) , , f ( n ) ( t ) {\displaystyle f'(t),\ldots ,f^{(n)}(t)\,\!} formino una base, e quindi siano linearmente indipendenti. In questo caso, il sistema di Frenet è definito a partire da questa base tramite il procedimento di ortonormalizzazione di Gram-Schmidt.

Le curvature generalizzate sono definite come:

χ i ( t ) = e i ( t ) , e i + 1 ( t ) | f ( t ) | . {\displaystyle \chi _{i}(t)={\frac {\langle \mathbf {e} _{i}'(t),\mathbf {e} _{i+1}(t)\rangle }{|f'(t)|}}.}

Il sistema di Frenet e le curvature generalizzate non dipendono dalla parametrizzazione scelta.

2 dimensioni

Il cerchio osculatore

Nel piano, il primo vettore di Frenet e 1 ( t ) {\displaystyle \mathbf {e} _{1}(t)} è il versore tangente T ^ {\displaystyle {\hat {\mathbf {T} }}} alla curva al valore t {\displaystyle t} del parametro, mentre il vettore e 2 ( t ) {\displaystyle \mathbf {e} _{2}(t)} , detto versore normale N ^ {\displaystyle {\hat {\mathbf {N} }}} è il vettore normale a e 1 ( t ) {\displaystyle \mathbf {e} _{1}(t)} e punta verso il centro della circonferenza (ha la stessa direzione del raggio).

Il cerchio osculatore è il cerchio tangente a e 1 ( t ) {\displaystyle \mathbf {e} _{1}(t)} e di raggio r {\displaystyle r} . Il cerchio osculatore approssima la curva intorno al valore t {\displaystyle t} del parametro "fino al secondo ordine": ha cioè le stesse derivate prima e seconda di f {\displaystyle f} nel punto. La curvatura:

k ( t ) = χ 1 ( t ) {\displaystyle k(t)=\chi _{1}(t)}

indica lo spostamento della curva dalla linea retta tangente. Il reciproco, corrispondente al raggio del cerchio osculatore in t {\displaystyle t} , è chiamato raggio di curvatura:

r ( t ) = 1 k ( t ) {\displaystyle r(t)={\frac {1}{k(t)}}}

Ad esempio, una circonferenza di raggio r {\displaystyle r} ha curvatura costante k = 1 / r {\displaystyle k=1/r} , mentre una linea retta ha curvatura nulla.

3 dimensioni

Un sistema di Frenet in tre dimensioni e il relativo piano osculatore evidenziato

Nello spazio tridimensionale, i vettori di Frenet prendono il nome di terna intrinseca, mentre le curvature generalizzate sono dette curvatura e torsione.

Versore tangente

Il versore tangente T ^ {\displaystyle {\hat {\mathbf {T} }}} è il primo vettore di Frenet e 1 {\displaystyle \mathbf {e} _{1}} , che è definito come:

T ^ = e 1 ( t ) = f ( t ) | f ( t ) | {\displaystyle {\hat {\mathbf {T} }}=\mathbf {e} _{1}(t)={\frac {f'(t)}{|f'(t)|}}}

Pertanto sarà possibile riscrivere la derivata in funzione della lunghezza d'arco:

f ( t ) = ( L ) T ^ {\displaystyle f'(t)=(L)'{\hat {\mathbf {T} }}}

Se f {\displaystyle f} è parametrizzato secondo la lunghezza d'arco, questa assume valore unitario, perciò la relazione si riduce semplicemente a

T ^ = f ( t ) {\displaystyle {\hat {\mathbf {T} }}=f'(t)}

Dalle relazioni precedenti si ricava un'ulteriore relazione tra il rapporto tra la lunghezza d'arco e il versore tangente, infatti:

d f d L = T ^ {\displaystyle {\frac {\mathrm {d} f'}{\mathrm {d} L}}={\hat {\mathbf {T} }}}

Versore normale

Il versore normale N ^ {\displaystyle {\hat {\mathbf {N} }}} è il secondo vettore di Frenet che misura quanto la curva differisce da una linea retta; è definito come:

N ^ = e 2 ( t ) = e ¯ 2 ( t ) | e ¯ 2 ( t ) | , e ¯ 2 ( t ) = f ( t ) f ( t ) , e 1 ( t )   e 1 ( t ) {\displaystyle {\hat {\mathbf {N} }}=\mathbf {e} _{2}(t)={\frac {{\overline {\mathbf {e} }}_{2}(t)}{|{\overline {\mathbf {e} }}_{2}(t)|}},\quad {\overline {\mathbf {e} }}_{2}(t)=f''(t)-\langle f''(t),\mathbf {e} _{1}(t)\rangle \ \mathbf {e} _{1}(t)}

Esiste una relazione che lega il versore normale alla lunghezza d'arco:

d T ^ d L = d 2 f d L 2 = k ( t ) N ^ {\displaystyle {\frac {\mathrm {d} {\hat {\mathbf {T} }}}{\mathrm {d} L}}={\frac {\mathrm {d} ^{2}f'}{\mathrm {d} L^{2}}}=k(t){\hat {\mathbf {N} }}}

I versori tangente e normale generano un piano, chiamato piano osculatore della curva al punto t {\displaystyle t} .

Versore binormale

Il versore binormale B ^ {\displaystyle {\hat {\mathbf {B} }}} è il terzo vettore di Frenet e 3 ( t ) {\displaystyle \mathbf {e} _{3}(t)} , che è ortogonale al piano osculatore, definito con il prodotto vettoriale semplicemente come:

B ^ = e 3 ( t ) = e 1 ( t ) × e 2 ( t ) {\displaystyle {\hat {\mathbf {B} }}=\mathbf {e} _{3}(t)=\mathbf {e} _{1}(t)\times \mathbf {e} _{2}(t)}

Curvatura e torsione

La prima curvatura generalizzata χ 1 ( t ) {\displaystyle \chi _{1}(t)} è chiamata semplicemente curvatura di f {\displaystyle f} in t {\displaystyle t} , ed è data da

k ( t ) = χ 1 ( t ) = e 1 ( t ) , e 2 ( t ) | f ( t ) | {\displaystyle k(t)=\chi _{1}(t)={\frac {\langle \mathbf {e} _{1}'(t),\mathbf {e} _{2}(t)\rangle }{|f^{'}(t)|}}}

La seconda curvatura generalizzata χ 2 ( t ) {\displaystyle \chi _{2}(t)} è chiamata torsione e misura quanto la curva esce dal piano osculatore.

τ ( t ) = χ 2 ( t ) = e 2 ( t ) , e 3 ( t ) | f ( t ) | {\displaystyle \tau (t)=\chi _{2}(t)={\frac {\langle \mathbf {e} _{2}'(t),\mathbf {e} _{3}(t)\rangle }{|f'(t)|}}}

Il reciproco della curvatura nel punto t {\displaystyle t} è il raggio di curvatura ρ ( t ) = [ k ( t ) ] 1 {\displaystyle \rho (t)=\left[k(t)\right]^{-1}} ; inoltre una curva ha torsione nulla se e solo se è una curva piana.

Formule di Frenet-Serret

Le formule di Frenet-Serret sono delle equazioni differenziali ordinarie del I ordine, la cui soluzione è il sistema di Frenet che descrive la curva. I coefficienti dell'equazione differenziale sono dati dalle curvature generalizzate χ i {\displaystyle \chi _{i}} .

2 dimensioni

[ e 1 ( t ) e 2 ( t ) ] = [ 0 k ( t ) k ( t ) 0 ] [ e 1 ( t ) e 2 ( t ) ] {\displaystyle {\begin{bmatrix}\mathbf {e} _{1}'(t)\\\mathbf {e} _{2}'(t)\\\end{bmatrix}}={\begin{bmatrix}0&k(t)\\-k(t)&0\\\end{bmatrix}}{\begin{bmatrix}\mathbf {e} _{1}(t)\\\mathbf {e} _{2}(t)\\\end{bmatrix}}}

3 dimensioni

[ e 1 ( t ) e 2 ( t ) e 3 ( t ) ] = [ 0 k ( t ) 0 k ( t ) 0 τ ( t ) 0 τ ( t ) 0 ] [ e 1 ( t ) e 2 ( t ) e 3 ( t ) ] {\displaystyle {\begin{bmatrix}\mathbf {e} _{1}'(t)\\\mathbf {e} _{2}'(t)\\\mathbf {e} _{3}'(t)\\\end{bmatrix}}={\begin{bmatrix}0&k(t)&0\\-k(t)&0&\tau (t)\\0&-\tau (t)&0\\\end{bmatrix}}{\begin{bmatrix}\mathbf {e} _{1}(t)\\\mathbf {e} _{2}(t)\\\mathbf {e} _{3}(t)\\\end{bmatrix}}}

n dimensioni (formula generale)

[ e 1 ( t ) e n ( t ) ] = [ 0 χ 1 ( t ) 0 χ 1 ( t ) 0 χ n 1 ( t ) 0 χ n 1 ( t ) 0 ] [ e 1 ( t ) e n ( t ) ] {\displaystyle {\begin{bmatrix}\mathbf {e} _{1}'(t)\\\\\vdots \\\\\mathbf {e} _{n}'(t)\\\end{bmatrix}}={\begin{bmatrix}0&\chi _{1}(t)&\dots &0\\-\chi _{1}(t)&\ddots &\ddots &\vdots \\\vdots &\ddots &0&\chi _{n-1}(t)\\0&\dots &-\chi _{n-1}(t)&0\\\end{bmatrix}}{\begin{bmatrix}\mathbf {e} _{1}(t)\\\\\vdots \\\\\mathbf {e} _{n}(t)\\\end{bmatrix}}}

Proprietà delle curvature

Le curvature determinano la curva. Formalmente, date n {\displaystyle n} funzioni:

χ i : [ a , b ] R n ,   i = 1 , , n {\displaystyle \chi _{i}\colon [a,b]\to \mathbb {R} ^{n},\ i=1,\ldots ,n}

sufficientemente differenziabili, con:

χ i ( t ) > 0 1 i n 1 {\displaystyle \chi _{i}(t)>0{\mbox{, }}1\leq i\leq n-1}

esiste un'unica curva f {\displaystyle f} avente quelle curvature, a meno di traslazioni e altre isometrie dello spazio euclideo.

Descrizione attraverso aree e angoli

Lo stesso argomento in dettaglio: Velocità angolare e Velocità areolare.

In geometria differenziale delle curve, la velocità angolare e la velocità areolare sono la velocità con cui il raggio vettore di un punto che si muove lungo una curva spazza, rispettivamente, un angolo e una superficie. I due vettori risultano paralleli e hanno lo stesso verso del vettore binormale.

Bibliografia

  • (EN) Erwin Kreyszig, Differential Geometry, Dover Publications, New York, 1991, ISBN 0-486-66721-9. Chapter II is a classical treatment of Theory of Curves in 3-dimensions.
  • E. Cesàro Lezioni di geometria intrinseca (1896)

Voci correlate

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